4⃣ buone ragioni per dar torto agli astensionisti.
Argomentazione inutile. L’avv Giovanni Carmagnola non conosce la sentenza n. 1 ecc … Al di là della sua ignoranza, salviamo almeno la sua buona fede: RESPINTO! :
Avv. Giovanni Carmagnola
Avvocati Liberi
Alcuni soggetti più o meno noti (tra cui avvocati e blogger di vario spessore) propagandano il “non voto” adducendo quattro principali ragioni:
1⃣ “le elezioni sono state organizzate per permettere ai parlamentari di incassare il vitalizio”,ma non considera che la Legge stabilisce il diritto al vitalizio dopo quattro anni e sei mesi dall’inizio della legislatura, quindi indire le elezioni anticipate per loro non ha cambiato nulla e gli attuali parlamentari avrebbero maturato il vitalizio anche se la legislatura fosse arrivata al termine.
2⃣ “le elezioni sono state organizzate per impedire a qualsiasi seria forza di opposizione di organizzarsi in qualche modo”, ragione questa senz’altro vera, ma non è vero che per questa ragione non bisogna votare, perché è evidente per chiunque come non votare chi con grande fatica è riuscito a sconfiggere l’ostacolo, significa impedire alle forze di opposizione di partecipare al processo democratico.
3⃣ – “Non voto perché il Parlamento non conta nulla”, anche questa affermazione è parzialmente vero, soffre dello stesso difetto della precedente.
Infatti, se l’attuale Parlamento non conta nulla è perchè i suoi membri si sono distratti, inadatti, indegni se vogliamo, sicchè non votare per far entrare altri, lascerà la poltrona vuota e disponibile per far sedere nuovamente questa gente. Oppure credete che gli elettori del pd, fi, m5s etc. etc. non andranno a votare per protesta❓
Con il voto ogni singolo cittadino concorre a formare il Parlamento e se rinuncia a questo diritto, perde ognipossibilità di far valere la sua opinione nell’unico organo che può rappresentarlo.
4⃣ – “Non voto perché votare significa legittimare questo sistema; chi si vuole opporre non può certo pensare di risolvere le cose andando a votare”.
Questo ragionamento – che fa sempre molto presa sulla massa – ad un occhio attento gioca troppo con la semantica della parola sistema e contiene un grave difetto nelle sue conclusioni.
Semmai votare significa legittimare il Parlamento, nel senso di concorrere a formare la composizione dell’organo di un sistema, inteso come forma di stato, che si riconosce come valido per definizione. Quindi, a meno che gli astensionisti non vogliano modificare la natura stessa del nostro stato come Repubblica parlamentare e scegliere una forma di governo nella quale non si voti, ad esempio una monarchia o una qualche sorta di dittatura o di oligarchia, il voto è l’unico strumento per garantire un metodo democratico di ordinamento.
L’errore, dicevamo, è nella semantica, perché “delegittimare il sistema” si riferisce all’attuale composizione delle forze politiche che formano il parlamento e che di conseguenza guidano il governo ed eleggono il Presidente della Repubblica, ma altrettanto chiaro è che, per delegittimare questo “sistema” non vi è altro modo legittimo se non quello di contribuire con il voto a far entrare in parlamento chi si oppone alla politica disastrosa.
Se non votiamo toglieremo solo forza a chi si vuole opporre.
Dunque siamo in completo disaccordo con chi lascia intendere che solo chi non vota può opporsi seriamente e organizzare un movimento di resistenza contro questa situazione illegittima che si è creata nel nostro Paese, perché chi non vota si disinteressa, “se ne frega” di chi lotta e resiste, di chi si spende per gli altri e che ha passato gli ultimi 3 anni facendo il possibile per far cadere i governi della malattia.
Poi quando ciò accade e c’è il miracolo delle elezioni, si propaganda l’astensionismo❓
Sorprende che i difensori dei diritti o sedicenti tali reputino che le istituzioni democratiche non contino nulla, soprattutto se costoro sono stati tra quelli che hanno manifestato espressamente il dissenso nei confronti del governo, ed allora ci saremmo aspettati da codesti “astensionisti” che tale dissenso fosse declinato nella sfiducia democratica e che almeno fosse funzionale alla resistenza costituzionale, invece che nociva per tutti.